INDIRIZZO DI OMAGGIO AL SANTO PADRE RIVOLTO DAL PRESIDENTE DELL’AMCI

NELL’UDIENZA DEL 15 NOVEMBRE 2014

Padre Santo,

Gratitudine, gioia e commozione sono i sentimenti che, a nome della Presidenza, del nostro Assistente Nazionale Mons. Edoardo Menichelli Arcivescovo di Ancona e Osimo e di tutti i soci, desidero esprimerLe per l’odierno significativo incontro che per noi medici e operatori sanitari cattolici costituisce il privilegio più alto e più gradito in occasione della celebrazione del 70° anno di vita della nostra Associazione AMCI.

Con semplicità e umiltà desideriamo vivere questa nostra festa insieme a Vostra Santità, Pastore universale e guida illuminata, dono del Signore, fonte per noi di autentica testimonianza di fede.

Rapportati alla vita dell’uomo settanta anni esprimono il raggiungimento della maturità: per noi rappresentano una splendida avventura alla sequela di Cristo.

Lei, Santità, ha definito la Chiesa “un ospedale da campo”! Proprio questa immagine rende il luogo dove noi quotidianamente lavoriamo e dove un gran numero di persone fragili e sofferenti entrano nella speranza di ricevere competenti cure, mai disgiunte da messaggi di amore e di misericordia.

Da sempre schierati apertamente in difesa della vita, dal concepimento al suo termine naturale, in strenua difesa dei supremi diritti dei poveri e dei fragili, come gruppo ecclesiale ci siamo impegnati nella difesa del diritto alla salute per garantire ogni migliore assistenza sanitaria di tipo universale e solidaristico a tutti i cittadini.

Noi, in pienezza del nostro agire e del nostro esistere andiamo incontro ai poveri, ai fragili, ai sofferenti, agli ultimi, ai dimenticati perché in questa nostra condivisa azione v’è la novità dell’essere servi del Cristo sofferente.

Noi vogliamo con gioia testimoniare l’altissimo impegno profuso dalla Chiesa in difesa della dignità di ogni persona, affinché non si ripetano ulteriormente le mostruose diseguaglianze del tempo post-moderno. Desideriamo in sintesi recuperare la unitotalità della persona.

L’attuale contesto sanitario, condizionato da un esasperato aziendalismo, incrina espesso altera il rapporto di alleanza con il medico.

L’incontro tra la fiducia del paziente e la coscienza del medico sono elementi cardine da rivedere anche nell’ambito dell’organizzazione sanitaria, affinché massima sia la sensibilità nei confronti di tutte le fragilità umane.

Desideriamo promuovere nel mondo la comprensione del valore della vita quale incommensurabile dono!

Le frontiere nel campo della medicina aprono importanti ed ineludibili scenari sul senso del nascere, del vivere, del soffrire e del morire.

L’affievolirsi del rispetto della vita è uno degli aspetti cruciali. Se da un lato si compiono sforzi enormi per prolungare la vita o per produrla artificialmente, dall’altro si impedisce al concepito di nascere quando non corrisponde a determinati canoni: Da un lato si tenta di produrre artificialmente la vita, dall’altra la si seleziona alimentando la cultura dello scarto. La tecnica, proprio quando sembra operare per risolvere i problemi, in realtà ne crea sempre di nuovi, per cui si richiede

sempre più tecnica per risolverli. In Africa, dove anche noi operiamo, si aprono scenari inquietanti in cui non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza, mentre da noi si insinuano consumismo sanitario, medicina del desiderio e inaccettabili disuguaglianze.

Il soggettivismo delle coscienze, il pluralismo culturale, etico e religioso, portano a relativizzare i valori e a non poter fare riferimento a un ethos condiviso.

In questo contesto noi medici cattolici viviamo con consistente difficoltà l’ottemperanza alle nuove leggi degli Stati, laddove istanze imposte spesso confliggono con l’imperativo categorico che, dettato dal primato della coscienza, ci impone di decidere e agire in senso diametralmente opposto per il bene della vita, in ogni sua fase.

I tentativi di negare in Italia e in Europa l’obiezione di coscienza, mettono a dura prova la nostra missione che è al servizio della vita, nel solco indicato da Gesù buon samaritano.

In questo tormentato contesto noi siamo qui, fiduciosi, per deporre nel Vostro cuore di Padre le nostre problematiche, i nostri disagi etici, desiderosi di ascoltare e mettere in pratica i Suoi consigli e le Sue esortazioni.

La ringraziamo immensamente per il dono che ha voluto concederci, assicurandoLe la nostra preghiera, chiedendo la Sua benedizione per i nostri malati, per le nostre famiglie e per tutti noi che, con fedeltà al Vangelo, vogliamo continuare ad operare in armonia con gli insegnamenti della

Chiesa.

Grazie Padre Santo! Il Signore – e ci permetta di dirglielo da medici che le vogliono un gran bene – :

Le conceda vita e salute!

Prof. Filippo M. Boscia

Presidente Nazionale AMCI
www.amci.org

http://www.fiamc.org/news/santo-padre-ai-medici-cattolici-italiani/