Portata a termine la traduzione in italiano del prezioso lavoro “A PROPOSITO DELLA POLEMICA SUI MECCANISMI D’AZIONE DELLE PILLOLE POST COITALI” del collega Rudolf Ehmann, che ha ampiamente e dettagliatamente ricercato ed offerto alla nostra attenzione quanto nella letteratura scientifica è stato pubblicato sui meccanismi di azione delle pillole post coitali in commercio e sulle caratteristiche che i fautori del controllo delle nascite ritengono debbano avere le pillole post coitali di futura commercializzazione.

La ricerca condotta nell’ambito di questo studio ha rivelato senza alcun dubbio che l’UPA non solo inibisce l’ovulazione, ma ha anche un effetto inibitorio dell’annidamento dell’embrione. Come modulatore selettivo dei recettori del progesterone, legandosi ai recettori ai quali normalmente si lega il progesterone ne inibisce la sua azione a favore della gravidanza, causa delle significative modificazioni dell’endometrio ecograficamente ed istologicamente dimostrate nella ricerca svolta dal National Institute of Child Health and Human Development di Bethesda e pubblicata nel febbraio 2009 su Fertility & Sterility in modo da rendere impossibile l’annidamento dell’embrione. Oltre alle risultanze documentali, troviamo affermazioni contrastanti di chi sostiene che l’UPA inibisce solo l’ovulazione, contraddizioni che a loro volta confermano l’effetto inibitorio dell’annidamento. Inoltre, vi sono chiare dichiarazioni delle aziende Watson e HRA, distributrici della ellaOne®, rispetto al suo effetto inibitorio dell’annidamento. Anche se l’attenzione maggiore è rivolta all’ulipristal acetato (ellaOne) troviamo ampia documentazione sulla potenziale abortività del levonorgestrel (Norlevo), di cui si riconosce apertamente la minore capacità di inibire l’ovulazione rispetto all’ellaOne, ma che continua ad essere altamente efficace, anche se somministrato entro 96 ore dal rapporto sessuale “a rischio”, per la sua prevalente azione d’inibizione dell’impianto a livello endometriale. Anche nel caso delle pillole post coitali per renderle più accettabili e per avere un maggior numero di medici prescrittori i fautori hanno fatto ricorso al camuffamento linguistico, all’uso di un linguaggio fumoso e volutamente reticente. Dopo i dovuti ringraziamenti all’Autore per la paziente e minuziosa ricerca mi sembra opportuno fare qualche considerazione sull’argomento.

• Dal punto di vista scientifico leggendo questo lavoro mi sembra di poter affermare che la potenziale abortività del LNG (Norlevo) e dell’UPA (ellaOne) sia ormai ampiamente documentata e negata solo da chi ha interesse di farlo – per motivi economici od ideologici – ricorrendo ad una manipolazione del linguaggio che non ha mai trovato alcuna giustificazione nella biologia fin dalla sua introduzione[126],[127],[128],[129].

• Dal punto di vista professionale tenendo presente quanto descritto nel paragrafo 4.5.1, quello che ho visto in 32 anni di attività professionale in un Reparto di Ostetricia e Ginecologia e vedo accadere ogni giorno ed i ripetuti tentativi delle Industrie Farmaceutiche e dei Movimenti ideologici di far dispensare tali pillole senza ricetta medica, mi sembra doveroso stigmatizzare la faciloneria con cui viene chiesta e prescritta molto spesso la “pillola del/i giorno/i dopo” senza fare un’anamnesi accurata e sottoporre ad una ecografia endovaginale e agli eventuali altri esami in caso di dubbi, che potrebbero sicuramente escludere l’impiego di tale pillola in un’alta percentuale di casi in cui non è ancora presente una potenziale fertilità o è già finita: quanto tornerebbe utile – anche in questi casi – alle donne essere state educate a riconoscere la propria potenziale fertilità o non fertilità osservando le sensazioni che il muco cervicale, l’indicatore di fertilità presente nel loro corpo, produce a livello vulvare! Ma comportarsi in questo modo professionalmente corretto oltre ad un maggior impegno del medico ed in particolare del ginecologo porterebbe ad una spiacevole riduzione della vendita delle pillole e a minori entrate per le Industrie Farmaceutiche, che sono molto sensibili ai guadagni tanto da voler sostituire il LNG (Norlevo costo €. 12,00) con l’UPA (ellaOne costo €.34,89)!
• Dal punto di vista Ecclesiale il Messaggio del cardinale Meisner ed il comunicato stampa rilasciato dai Vescovi Tedeschi mi lasciano molto perplesso e mi addolorano tanto per una serie di motivi:
a) se è vero – come affermato al punto 1.1. – che nessuna delle due cliniche cattoliche di Colonia era autorizzata a praticare la prova di genetica forense, che bisogno c’era di fare questo pronunciamento?

b) E’ a tutti noto – penso anche agli ecc.mi Vescovi Tedeschi – che i casi limite (nella fattispecie lo stupro) vengono sempre usati per costringere a pronunciarsi o a fare leggi o direttive – sotto l’onda emotiva e le pressioni dei media – su materie od argomenti che altrimenti non produrrebbero gli effetti desiderati da chi li ricerca (Industrie Farmaceutiche, lobby internazionali del controllo della popolazione, mass media ad esse collegati). Come mai tutto questo non è stato tenuto in debita considerazione prima di fare delle dichiarazioni ufficiali su un argomento che sicuramente avrebbe acuto ricadute molto più ampie.

c) Il fatto che il cardinale Meisner abbia richiesto la consulenza della BVF e della DGGEF e si sia cecamente fidato del loro contributo mi spinge a fare queste domande: – in che cosa consiste la corresponsabilità dei Laici nella Chiesa a 50 anni dal Concilio Ecumenico Vaticano II ? – A che cosa servono le Associazioni Professionali Cattoliche (nel caso in questione Mediche) nazionali ed internazionali ? – A che cosa servono l’Accademia per la Vita ed il Pontificio Istituto Internazionale per studi su matrimonio e famiglia Giovanni Paolo II, se quando serve un parere autorevole secondo “scienza e coscienza” si fa ricorso e si da più affidamento a chi notoriamente fa riferimento ad una antropologia lontana da quella personalistica?
d) In questa occasione ed in altre simili si ha l’impressione che siamo noi laici a vestire il colore rosso della porpora, che – come ci ha ricordato da poco papa Francesco – è segno della disponibilità di testimoniare la fede “usque ad effusionem sanguinis”: in questa circostanza sembra che le pressioni dei media e le minacce (?) del Ministro della Salute hanno avuto più peso del danno che un tale pronunciamento poteva provocare nei fedeli affidati alla loro cura pastorale.

• Dal punto di vista teologico non mi addentro nella disputa tra teologi perché non è il campo di mia specifica competenza ed anche perché Altri [130] prima e meglio di me l’ha fatto, ma rileggendo il n. 14 di Humanae vitae “È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali” mi sembra di capire che papa Paolo VI non abbia voluto semplicemente chiarire una sequenza temporale ma riaffermare che – come professiamo recitando il Credo – è Dio Padre l’unico Creatore di ogni vita umana in qualunque circostanza essa abbia inizio.

Questo pronunciamento dei Vescovi Tedeschi nel cuore dell’Anno della Fede ha, però, il merito di aver offerto ad alcuni professionisti laici lo stimolo e l’opportunità di esercitare la loro corresponsabilità nella Chiesa ricercando pazientemente nella bibliografia scientifica la verità scientifica sui meccanismi di azione delle pillole post coitali, mossi dalla convinzione che – come in ogni Scuola Itinerante dell’AIGOC (Associazione Italiana dei Ginecologi e Ostetrici Cattolici) ribadiamo La fede non ha paura della scienza, ma dell’uso che di essa si fa – “non vi può essere vera
contraddizione tra le leggi divine che reggono la trasmissione della vita e quelle che favoriscono un autentico amore coniugale”(H.V. 24). Il frutto di questa ricerca ora viene offerto a tutti i Colleghi Medici ed Operatori Sanitari perché possano prenderne atto e fare le loro scelte secondo scienza e coscienza, ed a tutti i Fratelli nella Fede perché possano verificare che la Chiesa quando si pronuncia ufficialmente lo fa perché cerca il vero bene dei suoi Figli.

La storia e la cronaca di questi ultimi 45 anni ci ha fatto e ci fa toccare con mano che quanto papa Paolo VI temeva nello scrivere l’H.V., cioè consegnare l’humanum come tale al potere tecnologico, facendogli perdere la sua assoluta indisponibilità, la sua non negoziabilità, purtroppo si è già realizzato, è una triste realtà di cui in parte siamo responsabili per non aver fatto conoscere il ricco Magistero della Chiesa Cattolica nelle nostre periferie del mondo o per l’ostilità ad esso apertamente o meno apertamente mostrata.

Dott. Angelo Francesco Filardo
Foligno, 25 gennaio 2014 – Festa della conversione di San Paolo Apostolo

http://www.fiamc.org/bioethics/wirkungsmechanismen-von-postkoitalpillen-soon-in-english-pronto-en-espanol/