Quello che ci rende umani: la musica, l’arte, …”

Cari amici, grazie per il vostro invito, molto gradito, a partecipare  a questo importante convegno su un tema di grande attualità e, nell’occasione, sono lieto di portare alle Eminenze, Eccellenze, alle illustrissime Autorità presenti e a tutti voi il saluto dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, che sono onorato di rappresentare.

Ma vi siete mai chiesti che cosa succederà quando l’intelligenza artificiale sarà in grado di superare l’essere umano? Per alcuni il pensiero più inquietante è che, in futuro, costruiremo dei robot che un giorno potrebbero anche distruggerci. Ecco perchè un gruppo di importanti scienziati e manager, tra cui Stephen Hawking ed Elon Musk, hanno firmato una lettera aperta che segnala i rischi associati all’evoluzione dell’intelligenza artificiale. E allora domandiamoci: ma è questo il futuro che si prospetta per noi e per i nostri figli? Spero proprio di no!

Per una riflessione introduttiva sul tema di questo Convegno faccio riferimento ad un autorevole intervento del Cardinal Bagnasco in cui afferma “Il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano, per edificare un transumano, in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”.

Tale teoria intende costruire delle persone, per così dire, fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole.  Una manipolazione da laboratorio – denuncia Bagnasco – dove inventori e manipolatori fanno parte di quella ‘governance’ mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessun a volontà popolare”.

Su questo tema si sono occupati un po’ tutti, allineandosi tra giornali e opinionisti a favore o contro. E tuttavia l’elemento nuovo, nelle parole del cardinale, specialmente quando utilizza un termine, non proprio frequente neppure nella retorica difensiva cattolica, quale è quel “transumano”.

Questa parola in verità è forse molto più utile e precisa rispetto alla questione gender che non sarebbe altro che un aspetto di una idea assai più ampia di decostruzione della nozione di umanità e di un superomismo neopagano, che vuole un essere umano immortale, iperconnesso, iperproduttivo, iperconsumatore e con un’identità corporea fluida e quindi neutra capace di elevare ogni suo singolo desiderio al rango di diritto.

Ecco che tanto il gender sulla sessualità, quanto il neoliberismo nei rapporti economico-politici, assumono una dimensione più organica di libertà senza regole, la Natura (in senso aristotelico) è il segno della creaturalità dell’Uomo e quindi in un progetto materialista come questo deve essere superata.

Tale problema risulta davvero più puntuale di quanto non si creda, dal momento che si sta diffondendo una  nuova ideologia che oggi, addirittura, combatte contro l’idea di umanità creata a immagine e somiglianza di Dio (con il suo portato simbolico e valoriale)  e questa nuova ideologia viene, per l’appunto, definita come transumanesimo.

E allora cari amici io mi domando e lo domando agli autorevoli relatori; cosa possiamo fare per opporci ed impedire questa nuova deriva etico-culturale che sta stravolgendo la nostra civiltà?  Credo che la risposta sia in un progetto educativo.

Sì cari amici, perché l’educazione è un tema trasversale rispetto a tutti gli altri, ed oggi costituisce anche “la questione antropologica per eccellenza”, che coinvolge la stessa nozione di vita umana con la sua dignità ed il suo valore intrinseco, così come l’apprezzamento e la valorizzazione della differenza sessuale, la famiglia istituzione imprescindibile della nostra società (ma anche elemento fondamentale per l’educazione e formazione), il senso del generare, il rapporto tra le generazioni, e poi scuola, ambiente, comunicazione (tradizionale e multimediale), legalità, ma di grande e vitale importanza sono soprattutto la cultura e “l’arte”.

Si perché l’arte può e deve rappresentare un mezzo con cui elevare l’uomo e aiutarlo ad esprimere tutta la bellezza della nostra vita e del nostro Creato. E questo attraverso tutte le varie forme artistiche, quali la musica, la poesia, la letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura, la fotografia ed i film.

Ed quindi anche la visita a questa mostra d’arte sacra, con le bellissime icone della pittrice Alessandra Favini, oltre ad essere molto piacevole da vedere, rappresenta anche un interessante spunto di riflessione sul rapporto tra Arte e Bellezza. Questi due concetti sono da sempre indissolubilmente legati tra loro: fin dai tempi antichi l’uomo, di fronte alla bellezza del creato, ha sentito nascere in sé il bisogno di esprimere quanto vedeva e sentiva attraverso l’arte. E questo lo vediamo molto chiaramente nella bellezza di una donna: Maria, nella meraviglia della Sua maternità, nel volto di Cristo stesso, divenuto “con l’Incarnazione” icona dell’umanità, in cui possiamo riconoscere un Dio invisibile.

Sono cose semplici e che ognuno di noi può trovare nella vita di ogni giorno, ma che colpiscono l’immaginazione e la sensibilità degli artisti, musicisti e poeti di ogni tempo; così come sensibilità di tutti noi, sì perchè l’arte ci aiuta a pregare, come anche a riscoprire tutti i veri valori; quei valori umani e cristiani che, da oltre venti secoli, costituiscono i pilastri fondanti della nostra civiltà e che dobbiamo difendere e conservare per noi e, soprattutto, per le future generazioni.

Ma a questo punto qualcuno si potrebbe chiedere: ma questo può valere per tutte le espressioni artistiche? La nostra cultura moderna ci propone un’infinità di immagini (e suoni), spesso banali e violente che vengono impropriamente definite artistiche; e così vediamo talora anche immagini che offendono Dio, i valori della fede (cristiana e non), la natura e lo stesso umanesimo che ha caratterizzato per molti secoli la nostra civiltà. Ed esse non trasmettono quindi quella bellezza trascendente che rivela la vera vocazione dell’uomo. Non trasmettono quella bellezza di Dio che l’uomo cerca costantemente, a volte senza neppure saperlo.  

Per questo sentiamo, sempre più, il bisogno di recuperare il senso della bellezza (la vera bellezza) e della contemplazione con la vera arte che deve essere:

  • universale (accessibile a tutti),
  • bellezza
  • significato e sentimento
  • ispirare il bene dell’uomo (e l’amore per il nostro prossimo)
  • rispettare la natura, la fede e Dio

Pensiamo solo alle più importanti opere d’arte ed artisti di tutto il mondo (da Bach a Mozart, a Michelangelo, Leonardo, Velázquez, Chagall, Gaudì etc.): dalla poesia e letteratura, alla musica, alla pittura, all’architettura, per arrivare poi a cinema e fotografia. Ecco tutte queste opere rispettano questi principi ed inoltre sono tutte opere create dall’uomo e non dalle macchine (robots ed intelligenze artificiali), che possono evidentemente produrre suoni ed immagini ma non possono creare arte. Ed ecco che si rende ancor più necessaria un’alleanza feconda tra la fede e l’arte

E alla fine del mio intervento, voglio ricordare con alcune diapositive, l’indimenticabile Congresso Mondiale FIAMC di Barcellona nel 2006; e vorrei ringraziare ancora José María Simón e tutti voi, per il graditissimo invito, ed esprimere le mie più vive congratulazioni per la vostra importante iniziativa culturale e scientifica, ed auguro un proficuo lavoro

Franco Balzaretti

Vice Président AMCI

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Ce qui nous rend humain: art, musique …

Chers amis,   merci pour votre invitation, trés  appréciée, à participer à cette importante conférence, et, à l’occasion, je suis aussi heureux de porter, à vous tous, les salutations de l’Association des Médecins Catholiques Italiens, que je suis honoré de représenter.

Mais avez-vous déjà demandé ce qui se passe lorsque l’intelligence artificielle sera capable de surmonter l’être humain? Pour beaucoup d’entre nous la pensée, la plus inquiétante, est que nous allons fabriquer des robots qui un jour ils vont nous détruire. Quelques mois ont passé, un groupe de scientifiques et de managers, y compris Stephen Hawking  et Elon Musk, a signé une lettre ouverte qui indique les risques associés au développement de l’intelligence artificielle. Alors laissez-nous nous demandons: mais ceci est l’avenir qui nous attend pour nous et pour nos enfants? Je souhaite que ce n’est pas!

Pour une réflexion introductive sur le thème de cette conférence, je me réfère à une intervention remarquable du card. Angelo Bagnasco: «Le GENDER est derrière à les vraies valeurs, telles que l’égalité, l’équité, l’autonomie, l’intimidation des jeunes et, la non-discrimination, mais, en fait, il met la hache à la racine humain, pour construire un transhumaine, où l’homme apparaît comme un nomade, sans but et sans identité».

Cette théorie voudrait construire des personnes fluides, qui prétendent que tout leur désir se transforme en besoin, devenant ainsi une loi: individus fluides pour  une société lisse et faible. Un laboratoire de manipulation où les inventeurs et les manipulateurs font partie d’une « gouvernance mondiale » qui va au-delà des gouvernements élus, et souvent fait référence à des « organisations non gouvernementales », en tant que tels, ils n’expriment pas aucune volonté populaire.

A ce sujet, ils ont traité un peu tout, l’alignement entre les journaux et les faiseurs d’opinion à pour ou contre. Et pourtant, le nouvel élément, dans les mots du cardinal, en particulier lors de l’utilisation d’un terme, pas tout à fait souvent même dans la rhétorique défensive catholique, qui est le “transhumains”.

Ce mot en vérité est probablement beaucoup plus utile et plus précis que la question du GENDER. Et, dans la pratique, il serait rien d’autre qu’une «idée beaucoup plus large de la déconstruction de la notion de l’humanité, au nom d’un néo-païenne surhomme. Une théorie dans laquelle ils aimeraient idéaliser une personne humaine immortel, hyper-connecté, hyper-productif,  hyper-consommateur. avec une identité corporel fluide et donc neutre; et qui est capable de transformer chaque son désir en droits.

Voici que tant la sexualité entre hommes et femmes, comme le néolibéralisme dans les relations économiques et politiques, en prenant une dimension plus organique de la liberté sans règles. Par conséquent, la nature (en sens aristotélicien) est le signe de la créature de l’homme; donc dans ce projet matérialiste tout cela doit être surmontée.

Ce problème est vraiment plus grave que vous pourriez penser, parce que il se répand une nouvelle idéologie qui aujourd’hui, même combat contre l’idée de l’humanité créée à l’image et à la ressemblance de Dieu (avec sa symbolique élevée et la valeur) et cette nouvelle idéologie est, en effet, défini comme le transhumanisme.

Donc, chers amis, je me demande et je voudrais demander à nos experts; Que pouvons-nous faire pour s’y opposer et de prévenir cette nouvelle dérive de l’éthique culturelle qui déforme notre civilisation? Je pense que la réponse se trouve dans un projet éducatif pluridisciplinaire, qui est vraiment un grand impact et la diffusion dans tous les contextes de notre société

Et l’éducation c’est une question transversale en rapport à tous les autres, et aujourd’hui est aussi une question «anthropologique par excellence», qui implique la notion même de la vie humaine avec sa dignité et son valeur intrinsèque, ainsi que le valeur de la différence sexuelle, la famille l’institution essentielle de la notre société (mais aussi fondamental pour l’éducation et la formation) et, puis l’école, l’environnement, la communication (traditionnelle et multimédia), de la légalité, mais d’une grande et vital importance sont principalement la culture et les «arts».

Qui, parce que l’art peut et doit représenter un instrument extraordinaire et indispensable pour élever l’homme et l’aider à exprimer toute la beauté de notre vie, nature et de notre création. Et tout cela grâce à les diverses formes d’art comme la musique, la poésie, la littérature, la peinture, la sculpture, l’architecture, les films, la photographie etc.

Et donc aussi la visite de cette exposition d’art religieux, avec de belles icônes du peintre Alessandra Favini, en plus d’être très agréable à voir, il représente également un aliment intéressant pour la réflexion sur la relation entre l’art et la beauté. Ces deux concepts ont toujours été inextricablement liés les uns aux autres, depuis les temps anciens, l’homme, en face de la beauté de la création, il sentait monter en lui le besoin d’exprimer ce qu’il a vu et entendu à travers l’art. Nous voyons très clairement dans la beauté d’une femme, Mary, dans l’émerveillement de sa maternité, dans le visage du Christ lui-même devenir “par l’Incarnation” icône de l’humanité, dans laquelle nous pouvons reconnaître un Dieu invisible.

Les choses sont simples que chacun de nous peut trouver dans la vie quotidienne, mais qui frappent l’imagination et la sensibilité des artistes, des musiciens et des poètes de tous les temps; ainsi que des sentiments de chacun d’entre nous, oui parce que l’art nous aide à prier, à redécouvrir toutes les vraies valeurs; ces valeurs humaines et chrétiennes qui, depuis plus de vingt siècles, constituent les piliers fondamentaux de notre civilisation et que nous devons défendre et préserver pour nous et, surtout, pour les générations futures.

Mais à ce moment, quelqu’un pourrait demander, mais cela peut être vrai de toute œuvre d’art? Notre culture moderne nous offre un nombre infini d’images, l’art souvent trivial et violent qui sont mal définis; et donc nous voyons parfois même des images qui offensent Dieu, les valeurs de la foi (chrétienne ou non), la nature et le même humanisme qui caractérise depuis plusieurs siècles, notre civilisation. Et ils ne transmettent donc pas que la beauté transcendante qui révèle la véritable vocation de l’homme. Ils ne transmettent pas la beauté de Dieu que l’homme cherche constamment, parfois sans même le savoir.

Ceci est la raison pour laquelle nous nous sentons de plus en plus, la nécessité de récupérer le sens de la beauté (la vraie beauté) et la contemplation de l’art réel, qui doit être:

  • universal (accessible à tous),
  • beauté,
  • sens et sentiment
  • inspirer le bien de l’homme (et l’amour pour notre prochain)
  • respecter la nature, la foi et Dieu

Nous pensons simplement des œuvres les plus importantes de l’art et des artistes de tout le monde (da Bach a Mozart, a Michelangelo, Leonardo, Velázquez, Chagall, Gaudì etc.) ; et nous voyons de la poésie et de la littérature, la musique, la peinture, l’architecture, et enfin dans le cinéma et la photographie. Tous ces travaux respectent ces principes et sont également toutes les oeuvres créées par l’homme et non par une machine (robot et intelligence artificielle), ce qui peut évidemment produire des sons et des images, mais ne peut pas créer l’art; Et voici toute l’alliance fructueuse, la plus nécessaire, entre la foi et l’art

Donc, à la fin de ma intervention, je voudrais vous rappeler (avec quelques slides d’un mon souvenir personnel), l’extraordinaire Congress FIAMC de Barcelona en 2006; et je voudrais encore remercier José Marìa et tous vous pour l’invitation,  et vous exprimer toutes mes félicitations pour votre initiative culturelle et scientifique; que je considère nécessaire et trés intéressant.

Franco Balzaretti

Vice Président AMCI