Al presidente
Associazione medica mondiale

Sono venuto a conoscenza del fatto che l’Associazione medica mondiale, spinta dalle raccomandazioni del gruppo di lavoro sulle politiche in materia di aborto, intende introdurre due politiche che facilitano l’aborto e l’eutanasia in tutto il mondo ponendo dei limiti all’obiezione di coscienza dei medici.
Tale obiettivo verrà perseguito tramite un linguaggio ingannevole, facendo pressione sui medici attraverso gli organi di regolamentazione nazionali e con disposizioni di legge atte a indebolire le leggi nazionali che tutelano la vita umana.

Per quanto riguarda l’aborto, so che attualmente si sta valutando la revisione della Dichiarazione di Oslo sull’aborto terapeutico (2006). La proposta avanzata dal gruppo di lavoro sulle politiche in materia di aborto richiede espressamente che la paziente venga indirizzato da un altro medico ed esige che il medico obiettore pratichi comunque un “aborto sicuro” in determinate circostanze.

La politica proposta elimina la distinzione tra aborto terapeutico e aborto volontario, mentre la definizione di salute della madre è stata ampliata e ora può comportare un aborto volontario.
L’uso di un linguaggio come questo ha portato l’organo di controllo a richiedere ai medici la prescrizione della “pillola abortiva” nei casi in cui la paziente non abbia alcun altro modo per accedere alla prestazione, indipendentemente dall’obiezione di coscienza.

Inoltre, anche altre clausole della dichiarazione originale sono state rivisitate alla luce delle modifiche proposte, incluso il riferimento al termine “feto” anziché “bambino non nato”.
Per quanto riguarda l’eutanasia, sono stato informato del fatto che Canada e Paesi Bassi hanno proposto delle modifiche alla politica dell’AMM (v. sotto).
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RACCOMANDAZIONI
8. L’AMM non appoggia l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito, tuttavia non condanna i medici che seguono la propria coscienza nella scelta di attuare o meno queste pratiche nei limiti della legislazione in vigore nelle giurisdizioni in cui eutanasia e/o suicidio medicalmente assistito sono legali.

9. Nessun medico deve essere costretto a praticare l’eutanasia o il suicidio assistito andando contro le proprie convinzioni morali. Allo stesso modo, nessun medico obiettore di coscienza deve essere costretto a indirizzare il paziente da un altro medico. Le giurisdizioni in cui l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito è legale sono tenute a predisporre un meccanismo che garantisca l’accesso a tali prestazioni ai pazienti che soddisfano i requisiti del caso. I medici, singolarmente o collettivamente, non devono essere ritenuti responsabili per aver garantito l’accesso alle suddette prestazioni.”
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Con queste parole, l’AMM non solo non condanna i medici che praticano l’eutanasia nei Paesi in cui è legale, ma afferma anche che l’eutanasia è etica se è legale. Per Canada e Paesi Bassi, che attualmente presentano le leggi in materia di eutanasia più liberali nel mondo, chiedere all’AMM di essere neutrale per quanto concerne l’etica del suicidio assistito e dell’eutanasia significa promuovere la legalizzazione negli altri Paesi.

In base all’esperienza canadese, l’accettazione della neutralità etica della morte medicalmente assistita ha comportato fin da subito delle sfide per i medici che non possono indirizzare i pazienti da altri colleghi per motivi morali, religiosi o etici. È un problema grave, che vede i medici nella scomoda posizione di dover scegliere tra la loro coscienza e la possibilità di continuare a prendersi cura dei pazienti.
La traiettoria legale sembra indirizzata vero una lenta e ambigua apertura nei confronti dell’eutanasia, promossa da un linguaggio ingannevole, da vincoli finanziari e dalla deformazione dei diritti umani.

-Il test legale deve evidenziare che le condizioni del paziente sono “gravi e irrimediabili”.
-Il termine “irrimediabile” si riferisce a un rimedio accettabile per il paziente.
-Il requisito inerente la sofferenza del paziente si basa su un test completamente soggettivo.
-La clausola legale secondo cui la morte deve essere “ragionevolmente prevedibile” è attualmente in discussione in tribunale e sta già perdendo valore.

Sostanzialmente è impossibile tracciare una linea di confine oggettiva.
Coloro che hanno studiato l’eutanasia sanno che una volta concessa è praticamente impossibile limitarne l’uso per altri. E qui entrano in gioco problematiche serie, come la protezione dei pazienti vulnerabili, ovvero i disabili, gli emarginati, coloro che soffrono di disturbi mentali o sono affetti da demenza, i minori.

L’esplicito riferimento alla tutela della coscienza nella revisione proposta è molto gradita e necessaria, ma insufficiente considerate le modifiche proposte alla politica in materia di aborto riportate sopra e le modifiche proposte in merito alla posizione etica sull’eutanasia. Chiaramente le rassicurazioni offerte per ottenere l’accettazione di una procedura controversa si eclisseranno non appena sarà stata conseguita l’accettazione da parte della corrente medica maggioritaria.

Il cambiamento delle politiche dell’Associazione medica mondiale metterà sempre più in discussione le politiche nazionali in materia di obiezione di coscienza attualmente in vigore, esercitando altresì una forte pressione sui medici obiettori di tutto il mondo, che dovranno occuparsi dei loro pazienti sotto la costante minaccia di una politica che li obbliga a indirizzare i pazienti ad altri colleghi per l’aborto e l’eutanasia, oltre a costringerli ad attuare queste procedure in casi d’emergenza. Qualora non dovessero rispettare questa politica rischierebbero di subire dei provvedimenti disciplinari.

La minaccia all’etica medica, che si proclama inequivocabilmente paladina del rispetto della vita, causerà danni irreparabili alla pratica medica e minerà il livello qualitativo delle prestazioni mediche. I medici che vorranno esercitare il proprio diritto all’obiezione di coscienza rispetto all’aborto e all’eutanasia saranno vittime della coercizione dei loro ordini professionali e dello stato. Il loro impegno alla cura dei malati e a dare conforto ai moribondi verrà minato, perché verranno forzati ad andare contro la propria coscienza o abbandonare del tutto la professione. Questa sopraffazione di una maggioranza silenziosa ad opera di una minoranza chiassosa non può finire bene.

Vi sollecitiamo dunque a rivedere la vostra posizione.

Distinti saluti,
Dott. John Lee, presidente della FIAMC

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LETTER IN ENGLISH: http://www.fiamc.org/uncategorized/president-lee-to-world-medical-association/