Alcool e pornografia negli adolescenti: un problema davvero grave?

DRINKING

Dolors Massot | Mag 10, 2019

Un incontro di medici, agenti dei corpi di Polizia e altri esperti indica la portata di queste pratiche, che la società ritiene tollerabili

Secondo i dati della Guardia Civil spagnola, nell’ultimo mese in Catalogna si è ubriacato il 20% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Il dato è stato fornito questa settimana dal capitano Patrick Montes nella giornata intitolata “Rafforzare la personalità dell’adolescente: i rischi dell’alcool e della pornografia come attività ricreative”, svoltasi al Palau Macaya di Barcellona sotto gli auspici della Fondazione Casa de Misericordia di Barcellona.

Cosa accade il fine settimana nella maggior parte dei quartieri? Come considrano gli adolescenti il consumo di alcool? Dov’è il limite? Sembra che non succeda niente e che tra amici tutto sia accettabile, ma quando il giovane è ormai alcolizzato è la società stessa a rifiutarlo. Questa ipocrisia porta molti a rovinare la propria vita e a trascinarsi dietro quella delle famiglie.

Leggi anche:8 slogan degli Alcolisti Anonimi da ricordare per l’anno nuovo

Una società ipocrita

Francesc Xavier Buqueras, psichiatra esperto di problematiche collegate all’alcool, ha sottolineato che “la stessa società che mostra permissività verso il fatto che un giovane ecceda al momento di bere successivamente lo stigmatizza se diventa un alcolista”. Per questo, i professionisti richiedono più formazione nella scuola perché i giovani conoscano davvero i pericoli dell’ingestione di alcool.

La famiglia può fare qualcosa in questa situazione? Il capitano Montes ha affermato che “gli adolescenti hanno meno strumenti per prendere buone decisioni, ma la famiglia li ha, e devono farci affidamento”. Da ciò deriva l’importanza di parlare con i figli, di suscitare fiducia e rafforzare il legame, qualunque cosa accada.

FCMB

Quanto alla pornografia, il medico belga Bernard Ars, presidente della Federazione Internazionale dei Medici Cattolici, ha criticato la “cultura della banalizzazione” e la pubblicità che cerca di accalappiare i giovani.

Il sottosegretario del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, monsignor Segundo Tejado, ha esortato tutti a “guardare al di là” della propria realtà.

Il biologo olandese Vincent Kemme ha spiegato che “viviamo un momento di incertezza riguardo alla sessualità”, caratterizzato – tra gli altri aspetti – dalla carente educazione sessuale che ricevono i giovani, e ha ricordato che continuano a verificarsi le 3 A della pornografia: Abbordabile (gratuita), Anonima e Accessibile (da qualsiasi dispositivo).

Leggi anche:Pornografia e masturbazione: verso l’“autosufficienza sessuale”?

La pornografia non è amore

Roberto Valverde, procuratore di crimini tecnologici, ha parlato dal canto suo della facilità per i giovani di accedere ai contenuti pornografici e di essere loro stessi protagonisti di registrazioni porno, anche se in Spagna e in molti Paesi inserire in rete un video sessuale di minori è un crimine, come lo è il possesso e la distribuzione.

La presidentessa dell’Associazione dei Consumatori di Mezzi Audiovisivi della Catalogna, Anna Plans, ha esortato le famiglie a “prevenire e a parlare chiaramente ai figli: la pornografia non è amore!”