Primi Vespri della XXIV Giornata Mondiale del Malato a Nazareth

NAZARETH – Nella serata del 10 febbraio 2016, alla vigilia delle solenne celebrazione della Giornata Mondiale del Malato, fedeli locali, pellegrini e ammalati da tutto il mondo si sono ritrovati per la celebrazione dei vespri e per partecipare a una processione coi flabeaux, attorno alla Basilica della Annunciazione.

La cerimonia ha avuto inizio all’esterno, davanti alla porta dell Basilica, con la accoglienza della Delegazione Pontificia presieduta da mons. Zygmunt Zimowski, Inviato speciale del Santo Padre e Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. Questa prima tappa è ormai tradizionale quando un vescovo si reca per una visita ufficiale al santuario.

I fedeli si sono poi recati nella basilica superiore per il canto dei vespri in rito bizantino, Ya rabba al-Quat. Questo momento di preghiera è stato presieduto da mons. George Bacouni, arcivescovo melchita di Acco e di tutta la Galilea. All’omelia, mons. Bacouni ha parlato della istituzione da parte della Chiesa della Giornata del malato, allo scopo di sensibilizzare i fedeli alle tematiche della sofferenza e per offrire agli operatori sanitari uno sguardo cristiano sulla loro missione: “Missione sia umana che divina e che raggiunge le frontiere tra la vita e la morte, tra l’uomo e Dio” ha sottolineato l’arcivescovo.

Ha poi preso la parola mons. Zimowski ricordando come la città di Nazareth, primo santuario mariano, fu scelto per la celebrazione mondiale della Giornata del Malato 2016 da papa Benedetto XVI, in occasione della celebrazione della Giornata del 2013 ad Altötting in Germania. Il Delegato Pontificio ha voluto citare l’importanza del tema scelto per questa Giornata: una frase del Vangelo secondo Giovanni che riprende le parole della Vergine Maria: “Fate tutto quello che vi dirà” (Giov 2,5). Nel campo della sanità, ha detto mons. Zimowski questa frase acquista un senso concreto, poiché tutti coloro che sono al servizio del malato sono chiamati quotidianamente a compiere le opere di Misericordia, spirituali e corporali, e a porre atti d’amore verso ciascuno, quale che sia la sua condizione.

Alla conclusione dei vespri, si è snodata attorno alla Basilica una processione coi flambeaux, presieduta da mons. Marcuzzo, Vicario patriarcale in Israele. I fedeli e i malati si sono recati in preghiera davanti alla grotta della Annunciazione, nella parte inferiore della Basilica, cantando e recitando il rosario in diverse lingue. Per l’occasione sono giunti da tutto il paese molti malati, ma anche da altre parti del mondo in modo speciale dall’Italia (con l’UNITALSI) e dalla Spagna (dall’Hospitalidad Jesús de Nazaret).

Da ultimo, mons. Zimowski ha impartito la benedizione finale e la cerimonia si è conclusa con la recita della preghiera, scritta da papa Francesco proprio in occasione di questa Giornata, per affidarsi a “Gesù misericordioso come Maria”.

Myriam Ambroselli

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