di Chiara Curti

Domenica, 3  maggio 2020

Sono 50 giorni che l’orizzonte delle famiglie non va più in là dell’osservazione dalla finestra. Confinati. Ogni giorno i numeri spaventosi delle morti accompagnano la sera con la domanda o la certezza che potrebbe toccare a chiunque, forse a un affetto vicino.

Sembra di essere entrati di colpo nel film di  Ingmar Bergman “ Il settimo sigillo”[1]:

Antonius Block: Chi sei tu?

Morte: Sono la Morte.

Antonius Block: Sei venuta a prendermi?

Morte: È già da molto che ti cammino a fianco.

Antonius Block: Me n’ero accorto.

Morte: Sei pronto?

Antonius Block: Il mio spirito lo è. Non il mio corpo. Dammi ancora del tempo!

Ed il tempo è stato proprio il “regalo” di questa epoca.

Sono la mamma di una famiglia con tre figlie. Durante la pandemia, la natura ha continuato il suo divenire ed è arrivata la primavera. Vivendo in pieno centro della città normalmente non possiamo godere dell’esplosione di colori che offre, ma quest’anno i pochi vasi sul nostro balcone ci hanno regalato fioriture finora inosservate o che forse semplicemente non si davano per la poca cura che li dedicavamo, sempre di corsa, come si viveva. La mattina adesso arriva anche un merlo, forse anche lui stupito di questa minuta oasi in mezzo alla densa città.

Nel cuore sorge una preghiera “Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti, con fiori variopinti ed erba.” Poi interrompe il momento di contemplazione la domanda della sera: “E oggi quante persone sono morte?”. Mi disturba quell’indifferenza verso il prossimo, ma anche capisco che non si parla d’altro.

Continuo la preghiera: “Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze… Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare”.

Devo contemplare questo fiore e nella stessa maniera la morte?

Laudato si’ è anche il nome che il Santo Padre ha scelto per l’enciclica che proprio in questo mese di maggio compie 5 anni, prende il nome dalla preghiera di San Francesco, parla della cura della natura, “la casa comune”. 

La natura non lascia indifferente nessuno, ma la Creazione- fa notare il Santo Padre- ha a che vedere con il progetto d’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato, nessuno è superfluo (LS 76).

Sparisce quel numero di morti dato dall’indifferenza.  Tornano le parole di Antonius Block: “Vorrei confessarmi ma non ne sono capace, perché il mio cuore è vuoto. Ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare. Mi ci vedo riflesso e provo soltanto disgusto e paura verso tutti i miei irriconoscibili simili.”

Solo la partita a scacchi con la morte, come oggi, sarebbe stato il luogo dove scoprire quell’annuncio profetico del Santo Padre che Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode(LS 12). Che l’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero(LS 233).

Guardo i fiori nel vaso, anche lì si riconosce chiaramente la mano di Dio. Che belli sono! Sembrano dirmi “ Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato”(LS 13). ma anche mi ricordano che sono il loro custode, non il padrone.

“Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.”


[1] Det Sjunde Inseglet

LS è la abbreviazione dell’Enciclica Laudato si’