Preghiera per la 50a Giornata Mondiale della Terra, 

ispirata dalla catechesi pronunciata da Papa Francesco durante l’Udienza Generale del  22.4.20208 

O Dio Padre, creatore del cielo e della terra, che mediante il Tuo Figlio Gesù Cristo, nella potenza  dello Spirito Santo, fai vivere e santifichi l’universo,  

Ti lodiamo e Ti benediciamo per averci creati a Tua immagine, chiamandoci a curare e rispettare  tutte le creature, e ad amare i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a Tua imitazione. 

Con il cuore contrito ed umiliato, riconosciamo con vergogna che siamo venuti meno alla nostra  responsabilità di custodi e amministratori della terra.  

Confessiamo di aver causato il grande deterioramento della nostra casa comune, inquinandola,  depredandola, mettendo in pericolo la nostra stessa vita.  

Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e contro di Te, Padre buono, che  provvedi a ciascuno, e vuoi che viviamo insieme in comunione e prosperità.  

Abbi misericordia di noi e del mondo intero! 

Ti supplichiamo: facci ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto  casa nostra, ma anche casa Tua.  

Concedici uno sguardo contemplativo per amare e curare la terra secondo il Tuo progetto.  O Spirito Santo, nostro santificatore, 

vieni a rinnovare la faccia della terra! 

Autore dell’armonia cosmica

vieni a fare nuove tutte le cose! 

Dono pasquale del Risorto,  

vieni in aiuto alla nostra debolezza, perché ci impegniamo a ripristinare un rapporto armonioso con la terra e con tutta la famiglia umana.  

A Te, o Padre, che per Cristo nostro Signore doni al mondo ogni bene,  

sia lode, onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.  

Amen Alleluia! 

Foto FIAMC

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21/9 LUN S. MATTEO APOSTOLO ED EVANGELISTA (f)  

Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13 

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio 

LS 72. I Salmi invitano con frequenza l’essere umano a lodare Dio creatore, Colui che «ha disteso  la terra sulle acque, perché il suo amore è per sempre» (Sal 136,6). Ma invitano anche le altre  creature alla lode: «Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli,  voi, acque al di sopra dei cieli. Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati  creati» (Sal 148,3-5). Esistiamo non solo per la potenza di Dio, ma davanti a Lui e con Lui. Perciò  noi lo adoriamo. 

22/9 MAR 25.a del Tempo Ordinario 

Pr 21,1-6.10-13; Sal 118; Lc 8,19-21 

Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi 

LS 156. L’ecologia integrale è inseparabile dalla nozione di bene comune, un principio che svolge  un ruolo centrale e unificante nell’etica sociale. E’ «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale  che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più  pienamente e più speditamente». 

LS 157. Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti  fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale. Esige anche i dispositivi di benessere  e sicurezza sociale e lo sviluppo dei diversi gruppi intermedi, applicando il principio di  sussidiarietà. Tra questi risalta specialmente la famiglia, come cellula primaria della società. Infine,  il bene comune richiede la pace sociale, vale a dire la stabilità e la sicurezza di un determinato  ordine, che non si realizza senza un’attenzione particolare alla giustizia distributiva, la cui  violazione genera sempre violenza. Tutta la società – e in essa specialmente lo Stato – ha l’obbligo  di difendere e promuovere il bene comune.  

LS 158. Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove si riscontrano tante inequità e sono  sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il  principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile conseguenza, in  un appello alla solidarietà e in una opzione preferenziale per i più poveri. Questa opzione richiede  di trarre le conseguenze della destinazione comune dei beni della terra, ma, come ho cercato di  mostrare nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, esige di contemplare prima di tutto  l’immensa dignità del povero alla luce delle più profonde convinzioni di fede. Basta osservare la  realtà per comprendere che oggi questa opzione è un’esigenza etica fondamentale per l’effettiva  realizzazione del bene comune. 

23/9 MER S. Pio da Pietrelcina (m) 

25.a del Tempo Ordinario 

Pr 30,5-9; Sal 118; Lc 9,1-6 

Lampada per i miei passi, Signore, è la tua parola 

CDSC 562 I professionisti dei mezzi di comunicazione sociale non sono gli unici ad avere doveri  etici. Anche i fruitori hanno obblighi. Gli operatori che tentano di assumersi delle responsabilità  meritano un pubblico consapevole delle proprie. Il primo dovere degli utenti delle comunicazioni  sociali consiste nel discernimento e nella selezione. I genitori, le famiglie e la Chiesa hanno  

responsabilità precise e irrinunciabili. Per quanti operano a vario titolo nel campo delle  comunicazioni sociali risuona forte e chiaro l’ammonimento di san Paolo: « Perciò, bando alla  menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri…  Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire  per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano » (Ef 4,25.29). Il servizio alla  persona mediante l’edificazione di una comunità umana basata sulla solidarietà, sulla giustizia e  sull’amore e la diffusione della verità sulla vita umana e sul suo compimento finale in Dio sono le 

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essenziali esigenze etiche dei mezzi di comunicazione sociale. Alla luce della fede, la  comunicazione umana si deve considerare un percorso da Babele alla Pentecoste, ovvero l’impegno,  personale e sociale, di superare il collasso della comunicazione (cfr. Gen 11,4-8) aprendosi al dono  delle lingue (cfr. At 2,5-11), alla comunicazione ripristinata dalla forza dello Spirito, inviato dal  Figlio. 

24/9 GIO 25.a del Tempo Ordinario 

Qo 1,2-11; Sal 89; Lc 9,7-9 

Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione 

LS 100. Il Nuovo Testamento non solo ci parla del Gesù terreno e della sua relazione tanto concreta  e amorevole con il mondo. Lo mostra anche risorto e glorioso, presente in tutto il creato con la sua  signoria universale: «E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui  e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le  cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,19-20). Questo ci proietta alla fine  dei tempi, quando il Figlio consegnerà al Padre tutte le cose, così che «Dio sia tutto in tutti» (1 Cor 15,28). In tal modo, le creature di questo mondo non ci si presentano più come una realtà  meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di  pienezza. Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che Egli contemplò ammirato con i suoi occhi  umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa. 

25/9 VEN 25.a del Tempo Ordinario 

Qo 3,1-11; Sal 143; Lc 9,18-22 

Benedetto il Signore, mia roccia 

CDSC 114 L’uomo è in relazione anche con se stesso e può riflettere su se stesso. La Sacra Scrittura  parla a questo riguardo del cuore dell’uomo. Il cuore designa appunto l’interiorità spirituale  dell’uomo, ossia quanto lo distingue da ogni altra creatura: Dio « ha fatto bella ogni cosa a suo  tempo, ma egli ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano  capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine » (Qo 3,11). Il cuore indica, in definitiva, le  facoltà spirituali proprie dell’uomo, sue prerogative in quanto creato ad immagine del suo Creatore:  la ragione, il discernimento del bene e del male, la volontà libera. Quando ascolta l’aspirazione  profonda del suo cuore, ogni uomo non può non fare propria la parola di verità espressa da  sant’Agostino: « Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto sino a quando non  riposa in Te ». 

26/9 SAB Ss. Cosma e Damiano (mf) 

25.a del Tempo Ordinario 

Qo 11,9 – 12,8; Sal 89; Lc 9,43b-45 

Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione 

CV 145. Contrariamente a quanto molti pensano, il Signore non vuole indebolire questa voglia di  vivere. Fa bene ricordare ciò che insegnava un sapiente dell’Antico Testamento: «Figlio, per quanto  ti è possibile, trattati bene […]. Non privarti di un giorno felice» (Sir 14,11.14). Il vero Dio, quello  che ti ama, ti vuole felice. Ecco perché nella Bibbia troviamo anche questo consiglio rivolto ai  giovani: «Godi, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua  gioventù. […] Caccia la malinconia dal tuo cuore» (Qo 11,9-10). Perché è Dio che «tutto ci dà con  abbondanza perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17). 

27/9 DOM S. Vincenzo de’ Paoli (m) 

26.a del Tempo Ordinario (anno A) 

Ez 18,25-28; Sal 24; Fil 2,1-11; Mt 21,28-32 

Ricordati, Signore, della tua misericordia

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Sussidio completo:

https://seasonofcreation.org/wp-content/uploads/2020/09/Sussidio-liturgico-pastorale-basato-su-Laudato-Si.pdf