Gli Esercizi Spirituali sono occasione e Grazia: noi siamo imperfetti nell’esperienza umana professionale, familiare e sociale, e non sempre si trova il tempo per riflettere, verificare e prendere qualche decisione se necessario. E’ una grazia di Dio che tutto questo possa essere vissuto da voi. In queste conversazioni il tema che io dico delle “chiamate” , se si vuole è il tema che descrive spaccati della vita di uno che crede. Nel Vangelo rifletteremo su 4 e ce ne sono tante.

Cardinale Menichelli in Vaticano
Foto: Archivio FIAMC

Perché questo tema? Immagino che anche voi, agendo sul versante spirituale, vi siate chiesti: io per questa direzione spirituale che devo fare? Non è un dibattito culturale, non sono barricate. Dobbiamo rispondere a: io che devo fare? Allora devo prima ascoltare la chiamata e poi devo farla mia, la chiamata / risposta che sono chiare nella parola di Dio che per noi è sorgente della Fede, nutrimento della Fede e verifica della Fede.

Siamo nel tempo in cui noi la mettiamo di qua e di là, non sta nel Vangelo. Per questo ho scelto 4 brani con 4 chiare domande di chiamata e con 4 risposte.

La prima chiamata corrisponde a questa dimensione: siamo chiamati a vivere in Cristo per essere suoi discepoli e per portare frutto: senza fruttificazione la vita è sprecata. Non ci portiamo via niente, porteremo solo le opere di un certo modo.

 Seconda chiamata: stiamo vivendo una storia conflittuale e poco ecclesiale, chiamati ad accogliere la misericordia anche nella Chiesa, perchè solo la misericordia ci fa uscire dalla morte e ci fa tornare a vivere anche se questa misericordia è relativa al mio peccato. E siccome peccatori siamo tutti, abbiamo bisogno di misericordia.

Terza chiamata: chiamati ad amare. Dobbiamo oltrepassare tutti i ritualismi che ci portiamo addosso e imitare il samaritano che va dritto al fatto.

Quarta chiamata è a non giudicare e ad aprire il cuore alla novità di Gesù Cristo. Questa quarta è riassumibile in una espressione del Vangelo: “Simone voglio dirti una cosa”, Stefano, Filippo, Carla voglio dirti una cosa …..Questa chiamata ci fa liberi e non riduce la Fede a un fossile. Spesso la nostra fede la viviamo come un fossile. Però prima di entrare nella prima riflessione, prima di aprire queste 4 finestre, ricordo a me e a voi che tutto questo è possibile se io mi metto in testa una parola, evangelica che ci obbliga a non dire mai: “Questo lo so” .  Parola chiave: discepolo : “ Diventerete miei discepoli se…” Gesù in cui voi credete è venuto a fondare non una religione ( mai detto da Lui),  ma a proporre una sequela: attraverso questa diventiamo suoi discepoli. Questo bisogna mettersi in testa meglio tardi che mai e ci fa cogliere alcune cose che Francesco ci dice per diventare discepoli. E allora per fare chiarezza, vi dico i verbi per diventare discepoli, non : o , o , o ma:  e, e, e. Ecco i 5 verbi:

  1. Discernere vuol dire che non so nulla e allora devo andare da chi sa: ascoltare il Maestro in questa visuale di fede.
  2. Se io ascolto e mi interessa seguire,  Gli vado dietro: mettere il piede sulle orme di Gesù.
  3. Rimanere, vivere  nel Maestro; voi sposati dovreste capire che significa vivere nell’amore in simbiosi, col maestro.
  4. Prendere la croce: non è scritto scegliere o misurare, ma prendere
  5. Fare ciò che comanda il Maestro

Primo: come ascolto?Bisogna ascoltare non quello che piace, ma quello che quella scelta comporta. Ascoltiamo il maestro? Mettiamo in moto tutti i meccanismi per ascoltare? NO perché noi abbiamo fatto un peccato, siamo sofisticati, noi cristiani: chi si è preso i sacramenti, chi la Bibbia. Ex ratio, ex magister, ex ecclesia. Noi fino a poco tempo fa non si poteva leggere la Bibbia…..Noi rischiamo di farci una Fede che risponde ad una tecnica razionale.

Bisogna andare a casa e trovare il tempo di aprire la parola di Dio, mangiarla e ruminarla. Anche la domenica col marito, con i figli e la famiglia. Almeno un minuto per la parola di Dio.

Gesù fa un test sociologico: “La gente chi dice che io sia?” “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” e Pietro si prende l’investitura : “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”. E quando dice: “ Signore mai, questo mai”, gli dice: “ Va via da me Satana, perché mi sei di scandalo” ; lo dice al papa! Qui il problema è seguire Lui, lui è la Fede. Noi abbiamo un codice morale, una fede da seguire. Una speranza che è fede? Gesù si è messo in croce e noi abbiamo messo in testa alla gente che contano le regole, “contano più i precetti” che a quel tempo erano i principi educativi. Francesco dice: non vale, vivete nel Maestro, in simbiosi con Lui. “Senza di me non potete far nulla, voi siete i tralci e io la vite”, “Chi non mangia di me è morto”. Chi non fa comunione nella messa è morto: bisogna vivere in comunione con Dio, vivere in grazia con Dio.

Gesù non ci ha invitato a scegliere, ma a prendere: quella croce è la tua.

Quinto verbo è fare: sarete miei discepoli se farete ciò che io vi comando. Che vuole? Questo è il comando: “che vi amiate come io vi ho amato”. Ci proviamo.

Sua Emin. Card. Edoardo Menichelli 

Assistente Ecclesiastico Nazionale AMCI