20/12/2015

Osservatore Romano

Il segretario di Stato in visita all’ospedale Bambino Gesù

Grande opera di misericordia

L’ospedale pediatrico Bambino Gesù è una «eletta, bella, complessa, istituzione». È con le parole di Papa Montini che il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, sabato mattina, 19 dicembre, si è rivolto ai rappresentanti dei medici, degli infermieri e di tutto il personale, come pure ai membri del consiglio d’amministrazione e del consiglio direttivo della fondazione. Nel visitare la storica struttura del Gianicolo, in occasione del Natale, il cardinale ha avuto parole di saluto e di augurio anche per quanti prestano la loro opera nelle sedi di Palidoro, Santa Marinella e San Paolo. A tutti ha portato la benedizione e l’incoraggiamento di Papa Francesco.

Il «Bambino Gesù — ha affermato nel discorso al termine della visita — rimane una grande opera di carità del Papa e della Chiesa». E «lo è per l’avanzato livello di ricerca scientifica, che permette di avere cure che difficilmente si trovano altrove, e per gli interventi d’avanguardia che lo rendono rinomato. Penso, ad esempio, alla ricerca scientifica e alla cura delle malattie genetiche rare».

Ma si tratta di una grande opera, ha proseguito il segretario di Stato, «soprattutto per il lavoro ordinario, quotidiano: l’accoglienza, il ricovero, la cura solerte dei piccoli degenti che si rivolgono alle vostre strutture sanitarie. Ciò richiede disponibilità, attenzione, spirito di sacrificio, pazienza e amore disinteressato». Sono virtù, ha fatto notare, «che se valgono per ogni casa di cura, devono caratterizzare in modo speciale quelle che si ispirano ai principi evangelici, e devono riguardare tutti: dai dirigenti, ai medici, agli infermieri e agli operatori dei vari reparti, al personale e alle numerose e benemerite organizzazioni di volontari che ogni giorno offrono il loro prezioso servizio».

In particolare il cardinale Parolin ha insistito sulla «centralità della famiglia che, accanto alla centralità del bambino ammalato, sta al cuore del vostro sistema». Ha rimarcato «l’importanza che le mamme e i papà possano trovare qui un luogo dove si respiri speranza e serenità, anche nei momenti di più acuta apprensione, e che le famiglie siano, quindi, sorrette spiritualmente, psicologicamente e anche materialmente». Un pensiero speciale il porporato ha rivolto «all’impegno per l’accoglienza e la cura gratuita di bambini che vengono da Paesi dove non potrebbero essere curati e per il sostegno delle loro famiglie».

Di fronte a questa «eletta, bella, complessa istituzione», come diceva Montini, «sgorga spontaneo un grande “grazie” e la mia visita oggi vuole avere soprattutto il sapore della gratitudine e della riconoscenza» ha detto il porporato, esprimendo il suo «grazie per quello che fate. Grazie per la passione che vi contraddistingue». Il cardinale ha incoraggiato tutta la comunità ospedaliera «ad andare avanti in questa direzione: mi auguro che tutto il personale, nessuno escluso, si senta parte viva di questa missione, sia valorizzato al meglio delle sue doti e delle sue capacità umane e professionali e realizzi ogni giorno un coinvolgimento diretto e un’assunzione generosa di responsabilità». E «ciò diventerà sempre più possibile grazie a una grande equità di trattamento e a una dedizione generosa e fedele alla missione di donare ai bambini malati un amore pieno di cura, di attenzione, di tenerezza».

Inoltre il cardinale ha espresso l’auspicio «che le ombre che attraversano il cielo dell’ospedale Bambino Gesù possano presto dileguarsi e il clima rasserenarsi sempre più». Infatti, «di fronte alle difficoltà di ieri, di oggi e di domani, alle difficoltà che mai mancheranno finché siamo pellegrini sulla terra, dobbiamo essere “forti e pazienti in tutto”, come ci raccomanda l’apostolo Paolo».

In conclusione il segretario di Stato ha tenuto a dire che la sua tradizionale visita, nell’imminenza del Natale, non è fatta semplicemente per consuetudine ma come una vera e propria opera di misericordia. «A pochi giorni dall’apertura del giubileo straordinario della misericordia — ha detto — anche voi, in ospedale, avete aperto una porta santa, porta del dolore, porta della speranza». E, ha aggiunto, «io sono qui avendo in mente le parole che il Manzoni mette in bocca a Lucia dei Promessi sposi durante il suo incontro con l’Innominato: “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia”. Spero che, per questa opera di misericordia, così faccia con me il Signore!».

Questa visita, ha detto ancora, «è occasione per scoprire o riscoprire che la vostra attività in ospedale è tutta opera di misericordia e viverla sempre più in questo spirito». La parola misericordia in ebraico, ha spiegato, «è collegata a una verbo che significa “chinarsi” ed esprime l’atteggiamento di una persona, ovviamente più grande e più forte, che si china con bontà ed affetto verso un’altra, normalmente più piccola e debole, per proteggerla e aiutarla». Dunque, ha concluso, «il vostro lavoro qui in ospedale sia pieno di misericordia, sia misericordia!».