Giovanni Paolo II fondatore della Pontificia Accademia per la Vita.

Alcune note storiche.

Il 6 di agosto del anno 2011 ricorre il 18º anniversario della pubblicazione dell’enciclica Veritatis splendor del Beato Giovanni Paolo II. Questo testo magisteriale ha una rilevanza tutta particolare: per la prima volta un Papa affronta i nodi centrali dei fondamenti della morale cristiana, un argomento allora e ancora oggi molto dibattuto; inoltre, esso fu seguito a breve distanza da due avvenimenti di notevole portata. Infatti, nel febbraio 1994 istituì la Pontificia Accademia per la Vita mediante il Motu Proprio Vitae Mysterium, e il 25 marzo dell’anno seguente pubblicò l’enciclica Evangelium vitae con la quale ribadiva, usando un linguaggio volutamente solenne, l’insegnamento di sempre della Chiesa Cattolica sull’inviolabilità della vita umana innocente e, quindi, il rifiuto senza eccezioni dell’aborto volontario e dell’eutanasia.

La Pontificia Accademia per la Vita nacque per difendere e promuovere il valore della vita umana e della dignità della persona da un punto di vista teologico, filosofico e scientifico. Verso la fine degli anni ottanta e l’inizio della decade successiva, Giovanni Paolo II era molto preoccupato per un fenomeno che lui stesso definì “cultura della morte”: una visione socio-culturale che veicolava un insieme di “minacce contro la vita umana”. Da una parte c’era il dilagare di una rovinosa guerra contro l’uomo attraverso strumenti come l’aborto, l’eutanasia, l’eugenetica, ecc. Dall’altra, una reazione convinta e generosa, ma non sempre in grado di offrire una risposta fondata su ragionamenti rigorosi e condivisibili. Tra le molteplici cause di tale situazione, due erano le più evidenti: la cosiddetta Teologia del dissenso e la difficoltà di tenere il passo del vertiginoso progresso delle bioscienze e delle biotecnologie. La Teologia del dissenso in campo morale portava a una relativizzazione dei principi dell’etica e, con essa, ad un offuscamento della verità della vita umana, in particolare nei momenti iniziali e finali dell’esistenza, ma anche in quelle situazioni che venivano definite “vite inutili” o “vite senza senso” poiché gravemente lacerate dalla malattia, dall’indigenza, da menomazioni, ecc. Le nuove scoperte biomediche, invece, mentre proponevano nuovi strumenti e procedure per migliorare la qualità di vita e combattere le malattie, non di rado sollevavano interrogativi inediti sul significato antropologico ed etico, interrogativi mai posti prima e di fronte ai quali le discipline umanistiche (medical humanities) si trovavano allora del tutto impreparate.

Giovanni Paolo II ritenne che per la Chiesa fosse ormai inderogabile affiancare alla propria azione pastorale e disciplinare una migliore sincronia, meglio ancora una alleanza, con il mondo scientifico a tutti i livelli. Tuttavia, mentre tale alleanza era, ed è ancora, un obiettivo da costruire a lungo termine, nell’immediato si rendeva necessario un intervento dottrinale ad alto livello per indicare in modo inequivocabile i cosiddetti “principi non negoziabili” riguardanti la vita umana. Nell’aprile del 1991 indette un Concistoro straordinario, con la partecipazione dell’intero Collegio cardinalizio, sul tema “Le minacce contro la vita umana”. Ebbe un particolare rilievo l’intervento dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che, a distanza di 20 anni, vale la pena rileggere. Dopo quel Concistoro ebbe avvio un processo che maturò nella pubblicazione delle due encicliche citate e nell’istituzione della PAV come ho ricordato all’inizio.

Per quanto riguarda l’Accademia, Giovanni Paolo II trovò un collaboratore prezioso nella persona del Prof. Jerome Lejeune, famoso scienziato genetista scopritore della causa della sindrome di Down, e già membro molto attivo nella Pontificia Accademia delle Scienze. Il Prof. Lejeune, in data 22 di settembre del 1993, aveva presentato al Santo Padre un memorandum intitolato “Proposition d’une Academie Pontificale des Serviteurs de la Vie”. Se non ricordo male, il Prof. Lejeune, in una udienza precedente aveva già fatto presente al Papa l’opportunità di una tale proposta, e vista la benevola accoglienza da parte del Papa si sentì incoraggiato a mettere nero su bianco. Effettivamente, appena cinque mesi dopo, l’11 febbraio 1994, nacque l’Accademia e il Prof. Lejeune venne nominato primo Presidente. Purtroppo la prematura scomparsa, il 3 aprile dello stesso anno, in seguito a una breve ma gravissima malattia, impedì al Professore di prendere effettivo possesso del nuovo incarico affidatogli dal Santo Padre.

Giovanni Paolo II è stato, senza alcun dubbio, l’ideatore, il fondatore e il primo promotore della Pontificia Accademia per la Vita. E questo fatto non viene minimamente sminuito dal giusto riconoscimento del ruolo decisivo che il Prof. Jerome Lejeune ebbe l’onore di ricoprire come fedele collaboratore del Papa recentemente beatificato. L’Accademia per la Vita è pienamente consapevole della solidità dei fondamenti sui quali il Signore ha voluto edificarla.

S. Ecc. Mons. Ignacio Carrasco de Paula

Presidente

Pontificia Accademia per la Vita

http://www.academiavita.org/

http://www.fiamc.org/agenda/6-8-november-2008-rome-italy-auditorium-della-conciliazione-international-congress-on-organ-donation-a-gift-for-life/