Gesù salva una partoriente (567.9)

Gesù giunge alla casa desolata per l’imminente sventura. I dieci figli – la più grande è una giovinetta in lacrime stretta dai fratellini più piccoli e piangenti – sta in un angolo dell’andito presso la porta spalancata. Comari che vanno e vengono, sussurri di voci, scalpiccio di piedi scalzi, correnti sull’ammattonato.
Una donna vede Gesù e ha un grido: “Janoè! Spera! Egli è venuto!” e corre via con una brocca fumante.
Un uomo accorre, si prostra. Non ha che un gesto e queste parole: “Io credo. Pietà. Per questi” e accenna ai figli.
“Alzati e fa’ cuore. L’Altissimo aiuta chi ha fede e ha pietà dei suoi figli afflitti.”
“Oh! vieni, Maestro! Vieni! E’ già nera. Strozzata dalle convulsioni. Quasi non respira. Vieni!” L’uomo, che ha perduto la testa, e finisce di perderla del tutto al grido di una comare che chiama: “Janoè, corri! Ada muore!” spinge, tira Gesù per farlo andare presto, presto, presto, verso la stanza della morente, sordo alle parole di Gesù che dice: “Va’, abbi fede!”
Fede ne ha il pover’uomo; ma ciò che gli manca è la capacità di capire il senso di quelle parole, il senso riposto che è già sicurezza di miracolo. E Gesù, spinto e tirato, sale la scala per entrare nella stanza alta dove è la donna. Ma Gesù si ferma sul ripiano della scala, a un tre metri dalla porta aperta che permette di vedere il viso esangue, anzi livido, già stirato nella maschera dell’agonia. Le comari non osano più nulla. Hanno ricoperto la donna sino al mento e guardano. Sono impietrite in attesa del trapasso.
Gesù stende le braccia e grida: “Voglio!” e si rivolge per andare.
Il marito, le comari, i curiosi, che si sono affollati, restano delusi, perchè forse speravano che Gesù facesse cose più strabilianti, che il bambino nascesse istantaneamente. Ma Gesù, facendosi largo e fissandoli in volto mentre passa loro davanti, dice: “Non dubitate. Un poco ancora di fede. Un momento. La donna deve pagare l’amaro tributo del partorire. Ma è salva.” E scende la scala lasciandoli interdetti. Ma quando sta per uscire nella via, dicendo nel passare ai dieci figli spauriti: ” Non temete! La mamma è salva” – e nel dirlo sfiora con la mano i visetti spaventati – un urlo forte echeggia per la casa e si sparge sin sulla via dove arriva in quel momento Maria di Giacobbe, e che grida: “Misericordia!” credendo quel grido segno di morte.
“Non temere, Maria! E va’ svelta! Vedrai nascere il piccino. Sono tornate le forze e le doglie. Ma fra poco sarà gioia.”

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